Il tumore alla prostata è una delle forme tumorali attualmente più diffuso nella popolazione maschile. Secondo i dati "I numeri del cancro in Italia 2022" dell'Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM) nel 2022 sono stati 40.500 i nuovi casi registrati.
La patologia prostatica evolve in diversi setting, i dati suggeriscono che circa il 10-20% dei pazienti con metastasi del cancro alla prostata sviluppa un cancro alla prostata metastatico resistente alla castrazione (CRPC) entro 5 anni dal follow-up, che comporta una disseminazione in vari siti e può interessare anche le ossa. Le metastasi ossee provocate dalla patologia in stadio avanzato sono localizzate principalmente al bacino, alla colonna vertebrale, coste e femore. Negli ultimi anni per il paziente CRPC con metastasi ossee si è assistito ad una variazione dello scenario terapeutico: ingresso di nuove terapie ormonali e delle nuove terapie disponibili come ad esempio i PARP inibitori.

Gli avanzamenti diagnostico-terapeutici hanno radicalmente migliorato le prospettive prognostiche dei pazienti affetti da questa neoplasia. In tale contesto, tuttavia, le metastasi ossee (BM) e gli eventi scheletrici correlati alle metastasi ossee (SREs) rappresentano un problema rilevante sia in termini di incidenza che di impatto prognostico, in particolar modo per quei pazienti caratterizzati da uno stato di resistenza alla castrazione (CRPC).
Risulta quindi necessario focalizzarsi in particolare su quest’ultimi aspetti alla luce dei recenti cambiamenti nell’ambito terapeutico, intraprendendo anche un percorso di ricognizione nazionale di real-world riconducibile all’attuale pratica clinica. All’interno di questo panorama nasce dunque la necessità di un’azione di revisione dei principali dati presenti in letteratura e la condivisione di evidenze di real-practice, non solo nel setting castration resistant (CRPC), ma anche in relazione ai diversi setting che caratterizzano l’intera finestra patologica nell’ottica del continuum of care.